Architettura d'autore: Jean Nouvel

Costanza Antoniella Costanza Antoniella
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Anche questa settimana continuiamo con la nostra rubrica Architettura d'Autore per parlarvi degli architetti che hanno fatto la differenza nell'architettura contemporanea. Dopo aver ammirato le opere magistrali dell' olandese  Rem Koolhaas e del danese  Bjarke Ingels , ci vogliamo spostare in Francia per conoscere meglio i lavori di Jean Nouvel che, dopo aver vinto il premio Pritzker 2008, che determina l'eccellenza per questo campo, ha visto aumentata la sua influenza sulla scena internazionale dell'architettura della fine del XX secolo e l'inizio del XXI.

Nato nel 1945, Jean Nouvel viene incoraggiato dai genitori a studiare architettura, nonostante la sua passione per la pittura e le arti visive. Frequenterà quindi la famosa Ecole des Beaux-Arts di Parigi, dove si è laurea all'inizio degli anni settanta. Il suo talento inizia ad emergere fin da subito, diventando rapidamente uno dei punti di riferimento dell'architettura francese dell'epoca, anche grazie al suo modo moderno di intendere questa arte e il suo andare completamente contro le idee obsolete dei modernisti di inizio secolo. Il suo modo di opporsi al cosiddetto International Style, offre un'architettura contestualizzata, direttamente collegata alla natura e alla cultura dei luoghi dove si trova. Ecco perché i suoi progetti sono unici e molto vari nelle forme, dando grande importanza alla luce e alla geometria.  Qui a seguito abbiamo scelto quattro delle sue opere più famose che ci permettono di apprezzare lo spirito unico delle sue creazioni.

Torre Agbar (Barcellona, 2003)

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Torre Agbar è un grattacielo situato vicino alla Plaça de les Glòries Catalanes, nel distretto di Sant Martí a Barcellona. Nonostante per Jean Nouvel, la forma della Torre Agbar sia stata ispirata dai rilievi del Montserrat che circondano Barcellona e dalla forma di un geyser d'acqua che si innalza verso il cielo, il grattacielo può essere considerato uno dei progetti più controversi a causa della sua forma, che molto spesso viene associata a figure improbabili per un contesto urbano. La struttura ha un'altezza di 144 metri per 38 piani, oltre che una superficie totale di oltre 51.000 metri quadrati e si può considerare una spettacolare prodezza architettonica. La somiglianza tra il simbolo di Barcellona e la struttura del grattacielo non è un caso: esso vuole essere un chiaro riferimento alla Sagrada Familia dell'architetto Antoni Gaudì. L'utilizzo dei LED che lo illuminano durante la notte, vuole riprendere i colori dei tipici mosaici spagnoli che si trovano in giro per la città e spesso presenti nei lavori del maestro catalano.

(Foto Scattata Da:  Xavier Caballe )

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La struttura dell'edificio è progettata in cemento armato sulla quale sono state realizzate una grande quantità di finestre quadrate, tutta la superficie è colorata accostando diverse cromie e apparendo come un mosaico pixelato che mescola assieme toni caldi come l'arancione e altri freddi, come l'azzurro. All'esterno, l'architetto ha posto una struttura metallica che sembra imprigionare l'edificio in sé, questo farà sì che il grattacielo abbia un aspetto luminoso e ordinato, oltre che essere protetto dal caldo sole spagnolo grazie alla ventilazione naturale che la gabbia metallica crea. Torre Agbar si trova comunque perfettamente integrata nell' skyline barceloneta, nonostante la particolarissima forma. 

(Foto Scattata Da:  Machine Made )

Istituto del Mondo Arabo (Parigi, 1987)

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(Foto Scattata da:  Francesco Di Capua )

Nel 1981 Jean Nouvel ha vinto il concorso per la costruzione di un nuovo istituto culturale del mondo arabo, nel cuore di Parigi. In collaborazione con i designer di Architecture-Studio, l'architetto francese sviluppa questo progetto che viene successivamente inaugurato nel 1987 e che fa si che il nome di Jean Nouvel venga riconosciuto a livello internazionale.  Nonostante le forma generale sia abbastanza semplice, l'edificio è famoso per la facciata rivolta a sud interamente coperta da una struttura di metallo e vetro, chiaro riferimento all'architettura islamica. Infatti, le geometrie particolari, i giochi astratti e le linee raffinate sono alla base dell'architettura di moschee e palazzi arabi, che qui vengono reinterpretati in chiave contemporanea.

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La facciata è composta da una doppia parete di vetro, separata nel mezzo da serrande di diverse dimensioni, ricordando l'effetto degli obiettivi delle reflex di una volta e proprio come le macchine fotografiche, queste serrande possono essere lasciate più o meno aperte per lasciar passare poca o molta luce. Questo meccanismo non è però manuale, bensì automatico: le serrande sono collegate a sensori che, a seconda dell'ora del giorno e della quantità di sole presente, si aprono o si chiudono. All'interno, le pareti sono trasparenti e le superfici si riflettono le une sulle altre così, nonostante la contemporaneità del progetto, sembrerà di essere in una moschea della splendida città di Marrakesh.

(Foto Scattata Da:  Steve Silverman )

One Central Park (Chippendale, 2013)

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(Foto Scattata Da : Rob Deutscher)

Poco più di un anno fa, precisamente ad ottobre 2013,  è stato completato questo splendido edificio ad uso residenziale nella cittadina di Chippendale, a sud del centro di Sydney. Il progetto, che è stato dichiarato il più bel grattacielo del mondo è composto di due edifici: uno più piccolo, alto solamente ottantaquattro metri, che contiene al suo interno duecentoquaranta appartamenti, un altro invece più massiccio che nei suoi 117 metri d'altezza, contiene 383 appartamenti dei quali 38 attici di lusso. La costruzione ha permesso di ricavare a piano terra uno spazio verde urbano e di continuare il parco in verticale, anche grazie alla collaborazione con il botanico francese Patrick Blanc. 

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(Fotografia Scattata Da:   arjunalistened )

Il progetto presenta una serie di balconi che decorano tutte le facciate di entrambi gli edifici, oltre ad offrire spazi esterni privati per gli inquilini delle abitazioni. Abbiamo parlato di appartamenti, ma i cinque piani del complesso sono stati destinati ad uso commerciale: qui troviamo un centro commerciale che rifornisce sia chi abita in One Central Park, sia chi abita nelle zone limitrofe. Infine, l'artista francese Yann Kersalé, che già aveva studiato e realizzato l'impianto di illuminazione della Torre Agbar, ha progettato quello di One Central Park in modo che l'edificio, una volta scese le tenebre, si riempia di macchie colorate.

Estensione del Museo Reina Sofía (Madrid, 2005)

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(Fotografia Scattata Da:  Wojtek Gurak )

Nei primi anni 2000, il Museo Reina Sofia di Madrid, famoso per la sua collezione di arte moderna tra cui anche laGuernica di Picasso, decide di ampliare la sua struttura affidando il progetto a Nouvel. L'edificio originario, un ospedale neoclassico del XVIII secolo, mancava di uno spazio per le mostre temporanee, oltre che per gli uffici amministrativi, grazie al nuovo progetto dell'architetto francese, la superficie sarebbe aumentata del 60%, creando anche uno spazio esterno, una piazza centrale, coperta da una grande tettoia rosso brillante. Così, più che un lavoro di semplice espansione, l'edificio contribuisce a migliorare la qualità dello spazio urbano di Madrid, introducendo materiali inaspettati in questo contesto storico, come vetro e metallo lucido, oltre ad offrire una nuova piazza agli abitanti della città.

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(Foto Scattata Da:  Jean-Pierre dalbera )

In quest'ultima fotografia vediamo l'elegante progetto di una biblioteca, dove imponenti librerie in legno ospitano un grande numero di libri dei più disparati argomenti. Dall'immagine possiamo notare come la luce giochi un ruolo significativo nella definizione degli spazi, sia per quello che riguarda il filtraggio della luce naturale dalle persiano rosse, sia per l'illuminazione artificiale del soffitto in cemento armato e degli scaffali. 

In breve e per concludere, si può capire anche soltanto guardando le fotografie dei quattro precedenti progetti, come le intenzioni fondamentalmente umanistiche di Nouvel si approccino all'architettura contemporanea, cogliendo e comprendendo il perché questo architetto è considerato uno dei più grandi della nostra epoca.

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